Il cambiamento climatico in atto
Investire sul futuro di un’edilizia ecologica
Secondo l’Intergovernmental Panel on Climate Change
Oggi il riscaldamento del sistema climatico è inequivocabile e, dal 1950, molti dei cambiamenti osservati sono senza precedenti. L’atmosfera e gli oceani si sono riscaldati, la massa di neve e ghiaccio è diminuita, il livello del mare è aumentato, e soprattutto sono aumentate le concentrazioni di gas ad effetto serra.
Il cambiamento climatico in atto è dovuto all’azione dell’uomo e rappresenta ormai una sfida obbligata ed urgente che l’umanità deve affrontare.
Nel 1997, con il protocollo di Kyoto, furono introdotti per la prima volta gli obiettivi di riduzione delle emissioni giuridicamente vincolanti per i paesi sviluppati. Nel 2015 la conferenza Cop21 di Parigi definisce concretamente un obiettivo molto ambizioso: un accordo tra tutti i Paesi partecipanti, ben 195, per limitare l’aumento della temperatura globale al di sotto dei 2°C rispetto ai livelli preindustriali e al tempo stesso mitigare gli effetti che inevitabilmente i cambiamenti climatici stanno causando, in breve evitare un’interferenza dannosa delle attività umane sul clima.
È in questa sede che l’UE e i suoi Stati membri sono stati la prima grande economia a comunicare il proprio INDC (Intended Nationally Determined Contributions), ovvero una dichiarazione del proprio “contributo determinato a livello nazionale”.
In sintesi, gli obiettivi/impegni vincolanti sono:
- Emissioni: riduzione dei gas serra di almeno il 40% a livello europeo rispetto all’anno 1990;
- Energie rinnovabili: obiettivo a livello europeo pari ad almeno il 27% di consumi energetici da rinnovabili (eolico, fotovoltaico, geotermico);
- Efficienza energetica: obiettivo indicativo a livello europeo pari ad almeno il 27% per il miglioramento dell’efficienza energetica nel 2030 rispetto alle proiezioni del futuro consumo di energia.
Il 2030 è l’anno in cui l’UE, e dunque anche l’Italia, dovrà ottenere tali ambiziosi risultati.
Da dove partire?
Secondo il rapporto “Building energy efficiency in European cities” del progetto Europeo URBACT, gli edifici sono il settore che in Europa consuma più energia, responsabili del 36% delle emissioni di CO2 e del 40% del consumo energetico dell’Unione Europea.
Si ipotizza che migliorando l’efficienza energetica del nostro patrimonio immobiliare europeo, sarà possibile ridurre il consumo totale di energia e le emissioni di anidride carbonica di circa il 5%.
Dunque, il settore chiave con cui le città possono dare un contributo efficace ai cambiamenti climatici è sicuramente l’Edilizia Ecologica.
Con il termine “Ecologica” si intende un’edilizia ad alte prestazioni, stimolata da un obiettivo rispettoso nei confronti dell’ambiente e vantaggioso per l’uomo, efficiente sia dal punto di vista qualitativo che economico, attenta a ridurre il consumo di energia per la costruzione, manutenzione e ristrutturazione degli edifici.
Il necessario rapido efficientamento degli edifici esistenti e la costruzione ecologica di quelli nuovi sarà possibile solo grazie a progettisti e aziende pronti a dare risposte innovative ed altamente performanti.
Grazie anche alle agevolazioni fiscali e alle normative sempre più rigorose, è diventato ormai un obbligo garantire alte prestazioni di efficienza attraverso soluzioni progettuali intelligenti, materiali da costruzione ecologici e certificati, e tecniche costruttive all’avanguardia in grado di supportare la sfida energetica.
Da edifici a basse emissioni o addirittura ad emissioni zero nZEB (Nearly Zero Energy Building) fino ad edifici in grado di vendere energia, è chiaro che gli obiettivi UE stanno diventando una leva per l’innovazione e per lo sviluppo di una vera e propria economia sostenibile.